venerdì 9 marzo 2012

LA FINE DI UN SOGNO

come già ampiamente diagnosticato, il sogno è finito.
VAFFANCULO, non sto parlando di figa (ancora quel sogno è vivo... è acceso), sto parlando di calcio.
Il S. Giacomo, squadra di terza categoria nella quale gioco, anche quest'anno ha fatto flop. Ha fatto la merda, non ha creduto sino in fondo a quel che avrebbe potuto raggiungere. Siamo stati primi, per due volte, abbiamo più e più volte cullato il sogno della promozione nella serie superiore. C'abbiamo creduto, ma non a sufficienza. Oserei dire a sprazzi, senza la giusta convinzione, la giusta cattiveria che si confà ad una compagine vincente. Così ieri abbiamo perso 3-2 in casa abbandonando definitivamente ogni velleità. Ma la squadra aveva già mollato da tempo dimostrando, qualora ce ne fosse bisogno, tutta la paura, tutta la ritrosia nel credere nelle favole.
Il mio indice accusatore punta feroce verso loro...
J'ACCUSE - accuso questa gente, accuso tutti quelli che non vogliono credere nei sogni perchè i sogni fanno paura; accuso tutti coloro che provano gioia per IL SOGNO, ma proprio quando stanno per raggiungerlo si tirano vergognosamente indietro per paura di esser troppo felici; accuso chi lesina energia per il perseguimento di un obiettivo per paura di stancarsi troppo, quando ci sono altri che sputano l'anima in campo; accuso chi pensa che sia meglio starsene coi quattro guai, perchè hanno paura di illudersi; accuso chi non ambisce, per paura di ritrovarsi in un mondo che non conoscono... e ciò che non si conosce fa troppa paura...; accuso chi non si sa sacrificare per la causa comune; accuso chi risparmia le proprie gambe perchè ha paura di roperle, mentre altri se le maciullano per conquistare tre sporchi punti... e poi invece succede che quei tre sporchi punti se li mettono in testa causa uno scontro di gioco; accuso chi la domenica sera dorme tranquillo quando ci sono altri che la domenica notte non chiudono occhio per i dolori in tutto il corpo... e per l'incazzatura per un'inopinata sconfitta. Infine, accuso tutti coloro che si prendono un impegno portandolo avanti con sufficienza, fottendosene del risultato finale... ma se finiscono in panchina s'incazzano come le bestie, pretendendo persino di esser pagati perchè LORO vengono sempre. Sia alle partite, sia agli allenamenti.
FORSE SONO UN personaggio fuori dal comune, che non va preso in considerazione, che dice tante cazzate, che se ne dovrebbe star da solo e non cagare il cazzo agli altri. Ma, vedete, io ho un cuore grande così, e quando disputo una gara di calcio non posso non metterci tutti il mio cuore. Non posso proprio, altrimenti non la farei. Dò tutto me stesso, più di quel che dovrei dare, perchè sono più che convinto che col cuore in mano si ottengono molti risultati importanti. Non ho paura delle botte, in campo ne prendo (tantissime) e ne dò (pochissime). Perchè, oltretutto, ho pure il difetto di giocare con lealtà... Ma quando intorno a me vedo gente che non s'impegna, che tira indietro la gamba, CHE SMETTE DI RINCORRER LA PALLA PRIMA ANCORA CHE ESSA VARCHI LA LINEA DELL'OUT... beh, mi dispiace. Il mio cervello viene invaso da copiosi fiotti di sangue, che mi appannano persino la vista. Non capisco più un cazzo, divento una bestia ed odio quelle persone lì... senza grinta... senza palle... senza gli occhi della tigre.
Poi mi placo. Ho bisogno di un po' di tempo, però. E di star solo. Ho i miei dubbi, le mie crisi di coscienza. Forse sono io che sbaglio, che me la prendo troppo a cuore, che mi arrabbio per un gioco stupido... ma poi mi dico no. la ragione è dalla mia. Quella è la vita, e nella vita non si può mollare prima che la palla esca dal terreno di gioco; è indispensabile continuare a correre e tentare una scivolata estrema nel tentativo di recuperare quel pallone che sta inesorabilmente uscendo dal campo. Lottare sino alla fine. Sempre, comunque. Fin quando arriverà la parola fine. Solo in quel momento sarà tutto finito. Non un secondo prima!!!

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