Guardo la mia immagine allo specchio, e per la prima volta mi accorgo che 40 annilasciano il segno.
I segni.
Sono tanti, alcuni crudeli, altri malinconici. Un po' rabbrividisco. E' quasi come se volessi fermare il tempo che passa perché vorrei tornare indietro per cancellarne qualcuno ed essere quel che non sono stato, quel che avrei voluto essere, quel che neppure io so cosa.
Ma è solo un attimo, giacché non ho mai saputo cosa avrei voluto essere o diventare. Non me lo sono mai chiesto. Ho costruito il mio percorso di vita tracciandolo giorno dopo giorno, talvolta senza fretta, altre volte con ansia. Talvolta sapendo dove andare, ma il più delle volte brancolando nel buio della mia frettolosa esistenza. Che mi ha portato a desiderare talora una donna, talora un'altra, o un'altra ancora. Con soluzione di continuità sessuale e poco ritorno d'intelletto. Poi mi sono fermato, affranto e sconsolato, in mano un pugno di mosche e una certezza: di esser solo!
Ed è stato proprio quello il momento in cui ho trovato lei.
Ed è così che pian pianino ho ripreso a soffermarmi davanti alla mia immagine allo specchio. Fatta, è vero, di segni crudeli e malinconici. Ma fatta soprattutto di me, della mia vera essenza.
E' lei che mi ha insegnato a guardare di nuovo dentro ai miei occhi. Lei è vera donna, come poche se ne incontrano a questo mondo.
Ed io l'ho scelta per la vita.
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