sembrava un tranquillo
mercoledì sera, il clima era estremamente cordiale con i tanti
avventori del locale. Li accarezzava dolcemente con la sua brezza e
tutto lasciava presupporre che quella serata sarebbe stata magica. Ma qualcuno o qualcosa decise di turbare la tranquillità dei presenti: il PANICO.
Presentatosi senza invito ufficiale, ha preso in contropiede gli
astanti col suo fare arrogante e ineducato. Col piglio del bambino
capriccioso e viziato che col suo comportamento ottiene tutto. Ma non è
ancora soddisfatto: vuole di più. E ancora. E ancora. E...goista! Così
continua ad incalzare, a crescere velocemente e a riproporsi sotto mille
altre forme. Quel mercoledì però la forma era una ed una sola: NON CI SONO LE MACCHINE PER ANDARE AD ASCOLI!!!!!!!!!
AIUTOOOOOO!!!!!!!!!!!!
HELP ME...
ma pure help noi tutti!!!! un dramma di proporzioni catastrofiche.
appena 6 macchine per trasportare 15 persone!!! OH,
MIODDDDDDDDDDDIO!!!!!!!!!! oh, my god! oh, mon dieu!!! opporcoddio, dico
io! E' bastata una virgola appena fuori posto per mandare in tilt
un'intera squadra di calcio... un'ora e mezza di discussione, mentre io
cercavo di suggerir loro la soluzione col mio fare per nulla turbato e
con un retrogusto di divertimento disegnato sulle labbra. Ma loro
niente. Non mi cagavano di striscio. Il panico era più forte di loro! E
cresceva, e si sviluppava come un leviatano. Così mi son messo ad
osservarli in silenzio. Da un lato divertito. Ingrigito dall'altro.
Mentre sorseggiavo dal mio calice un tanto anonimo quanto inutile chardonnay
che non ha assolutamente affogato i dispiaceri che si aggirano come
fantasmi nella mia testa. E lì è stato panico per me, uomo solo in mezzo
alla gente. Bah! Mi chiedo perchè debbano esistere certe stronze
cantine vitivinicole.
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