caro diario che diario non sei,
il fine settimana è in agguato. acquattato dietro l'angolo. pronto a vomitarmi addosso la sua infinita voglia di divertimento. perché lui vuol coinvolgermi nella sua pochezza anche stavolta. no, stavolta no. stavolta non ho voglia di tuffarmi in questo mondo che mai mi ha rispettato come io avrei gradito facesse. come meriterei. non perché meriti granché, per il semplice fatto che sono un essere umano! o almeno questo mi hanno sempre detto. ma forse mi hanno sempre mentito... questo mondo che vessa chi poco ha perché vuole che niente abbia. questo mondo che dà valore all'inutile e annienta le emozioni.
le mie emozioni...
questo mondo di merda fa finta di non sapere che, domani, una mia emozione svanirà. per sempre. ed io non me la sento di fingere anche in questo week stavolta di esser felice. ungaretti aveva ragione: dove cazzo (cazzo, diceva proprio cazzo!) vai in giro per il mondo quando il tuo cuore è pieno di croci? resterò ramingo, in un angolo, come una cosa abbandonata e poi dimenticata. io e le quattro capriole di fumo del focolare. beh, parlare di focolare il 18 di luglio mi sembra un tantino esagerato... a
meno che non mi chiami giovanna d'arco e abbia la chiesa alle calcagna
sol perché un bocchino feci (mi sembra di ricordare che andò proprio
così). famo così: m'accendo una sigaretta che sempre quattro capriole di fumo fa. e chiudo gli occhi; e mi abbandono ai ricordi. cinque minuti solamente però, che poi me cacorcazzo. poi mi abbandono tra le braccia di questa vita che involucro mi vuole.
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