venerdì 9 marzo 2012

MERAVIGLIOSA VITA DI MERDA

questa vita di merda è troppo bella per non essere vissuta sino in fondo. E' la frase che ripeto più spesso, che in un certo senso riassume il mio pensiero... Pensiero???? ma quale cazzo di pensiero??? Cosa cazzo penso, io!?!? E da quando, poi??? Questo, al massimo, è un aforisma; nulla più. Il T.J. che dice aforismi è 'na cosa grossa, però!!! Rientro nei ranghi. L'aforisma è una verità detta in poche parole, epperò detta in modo da stupire più di una menzogna. Non ricordo chi l'abbia scritto, ma è assolutamente vero. Dunque, a tutti gli effetti, quella mia frase può esser considerata un aforisma. Ma torniamo alla vita. Di merda. Adesso sì, lo è. Per me. Molto di merda. Più marrone di così non lo è mai stata... ci penso un attimo... no, ho detto una cazzata. E' stata anche peggio. E lo voglio raccontare qui.

3 ANNI FA CIRCA... sono senza lavoro da circa 5 mesi, ho speso tutti i miei (peraltro miseri) risparmi per mantenermi in quel di Padova. Trovo dei lavoretti saltuari grazie ad amici. Un paio di settimane a Bologna a macerare pellicole di film. Un altro paio di settimane a scaricare frutta e verdura al mercato. Sveglia ore 4:30, al lavoro alle 5:30. Licenziato allo scoccar del 14° giorno (ultimo giorno utile per il datore di lavoro per licenziare senza preavviso e senza rompimenti di coglioni da parte dei sindacati.. insomma, licenziato l'ultimo giorno di prova... bravi, davvero bravi! e onesti!!!). Un giorno mi capita di ritrovarmi con 5 euro in tasca, auto in riserva e un credito di 180 euro da andare a riscuotere poco prima di bologna. Sono disperato. Sono pressoché sicuro di non aver sufficiente benzina x arrivare a destinazione. Piango. Dò un pugno contro il muro e bestemmio con rabbia. Mi auguro di incontrare dio perchè voglio sfogare contro di lui tutta la violenza che quella vita da indigente mi aveva fatto accumulare.
Qualche volta prima di addormentarmi fissavo il soffitto e pensavo a dei nigeriani che lavoravano con me un anno prima. Loro campavano col nulla, saltavano il pranzo e non uscivano mai di casa. Immaginavo i loro pomeriggi in casa, buttati su di un letto con la rete sfondata e le pareti della camera erose dall'umidità. Una casa condivisa con altri connazionali. I loro sguardi penetravano le travi del soffitto, e andavano ben oltre, arrivavano in nigeria sorvolando il mediterraneo... quel mare nero che ha inghiottito senza pietà tanti africani in cerca di una speranza al di là da esso... la loro nazione è piena di americani, naturalmente tutti seduti nella stanza dei bottoni. i loro connazionali sono invece formichine che estraggono petrolio in cambio di una paga di un dollaro al giorno. qualcuno viene ogni tanto schiacciato. così, tanto per passare il tempo e per far capire chi comanda in quei posti! le loro famiglie sono sole, attendono l'arrivo dei soldi che i loro cari spediscono dall'italia attraverso western union... mi sono sempre chiesto se effettivamente arrivi tutto a destinazione o qualcosa si ferma da qualche parte... ma soprattutto sperano che dalla penisola dello stivale arrivino notizie. buone. la speranza è quella di partire (al più presto) anche loro alla volta del paese della cuccagna. ma queste buone notizie non arrivano mai. dall'altra parte del mare nero arrivano sguardi di sofferenza, carichi di lacrime, e di speranze. ancora la speranza... che un giorno non molto lontano tutto questo finirà. Ogni giorno che passa però questo giorno resta lontano, non si avvicina manco un po'. christian music esce dalle loro radio. è il loro modo di pregare un dio che come tutti non esiste. ma per loro esiste ed è grande; il loro inconscio gli ha dato un nome: speranza. le preghiere sono registrate in vecchie cassette TDK che non si sa come riescano ancora ad emettere suoni. loro cantano, gli occhi sono tristi e rossi di vergogna nei confronti dell'uomo bianco che li guarda come se avessero una sveglia al collo ed una tibia conficcata nel naso... e piangono in silenzio sopra quella rete sfondata. e pensano che non sia giusto quel che stanno passando... e se qualcuno accetta passivamente quella tristissima realtà e si limita a lasciar scorrere sulle proprie nere gote trasparenti lacrime colme di malinconia per una vita che forse avrebbero preferito non vivere, altri non sono in grado di piangere. O forse sì. Ma la loro rabbia è cieca e il desiderio di vendetta è grande. così fanno piangere l'uomo bianco. Il mostro sacro. Colui di cui hanno tanta paura. Ma che contemporaneamente odiano. Perchè è colui che tutto ha e tutto può, e vessa il popolo con fare arrogante e presuntuoso...
mi vergogno di fare benzina a padova, città di benestanti... cosa dico al benzinaio? Mi faccia cinque euro di broda? no, non ce la faccio... prendo l'autostrada, mi fermo in autogrill e metto su la broda. cinque euro. riparto. incrocio le dita che arrivi a destinazione. viaggio ad 80 km/h, superato anche da camion strombazzanti, cercando di non far fare troppi giri al motore... le provo tutte per consumare meno benza possibile... ascolto musica... no, la spengo... voglio silenzio... resto solo coi miei pensieri... con le mie paure... con la mia solitudine... e piango... penso che così come ora non sono mai stato... ho toccato il fondo, non posso che risalire. già, ma come? cosa prevede il mio futuro? intanto spero di arrivare a destinaizone, che l'auto non si fermi per strada perchè priva di carburante. le lacrime continuano a rigare il mio viso. vorrei mori... no, non voglio morire. voglio vivere!!! ma meglio di così!!! molto meglio di così... perchè con le tasche così vuote non sono mai stato... durante le scuole medie nelle mie tasche c'erano sempre 200 lire per acquistare un pezzo di pizza da mangiare nell'intervallo. ora non ho neppure 10 centesimi. solo un credito di 180 euro, ma non so se riuscirò ad arrivare a prenderlo...
la spia è fissa, la lancetta è sotto lo zero.
mi asciugo le lacrime. corsia viacard, il bancomat è scarico, non pago il casello, non posso farlo, non ho soldi, pagherò al casellante un'altra volta esibendo la ricevuta di mancato pagamento...

spia rossa. lancetta che non può andar più sotto di così...
sono quasi arrivato. ancora 3 km. mi asciugo le lacrime, faccio scomparire la sofferenza dall'anima ed esibisco un sorriso a 32 denti... perchè io i denti li ho tutti e sono tutti miei... è passata, gianluca, hai raggiunto bologna e il tuo credito di 180 euro. per 2-3 settimane potrai tornare a vivere. e a sperare che le cose un giorno vadano meglio. per me. e per oliver, che continua a triplare pneumatici lavorando in nero, con la speranza (anche lui) che un giorno le cose vadano meglio. nel frattempo la sera continua a versare lacrime disteso nel suo letto con la rete sfondata.

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