questa vita di merda è troppo bella per non essere vissuta sino in fondo. E'
la frase che ripeto più spesso, che in un certo senso riassume il mio
pensiero... Pensiero???? ma quale cazzo di pensiero??? Cosa cazzo penso,
io!?!? E da quando, poi??? Questo, al massimo, è un aforisma; nulla
più. Il T.J. che dice aforismi è 'na cosa grossa, però!!! Rientro nei
ranghi. L'aforisma è una verità detta in poche parole, epperò detta in modo da stupire più di una menzogna.
Non ricordo chi l'abbia scritto, ma è assolutamente vero. Dunque, a
tutti gli effetti, quella mia frase può esser considerata un aforisma.
Ma torniamo alla vita. Di merda. Adesso sì, lo è. Per me. Molto di
merda. Più marrone di così non lo è mai stata... ci penso un attimo...
no, ho detto una cazzata. E' stata anche peggio. E lo voglio raccontare
qui.
3 ANNI FA CIRCA... sono
senza lavoro da circa 5 mesi, ho speso tutti i miei (peraltro miseri)
risparmi per mantenermi in quel di Padova. Trovo dei lavoretti saltuari
grazie ad amici. Un paio di settimane a Bologna a macerare pellicole di
film. Un altro paio di settimane a scaricare frutta e verdura al
mercato. Sveglia ore 4:30, al lavoro alle 5:30. Licenziato allo scoccar
del 14° giorno (ultimo giorno utile per il datore di lavoro per
licenziare senza preavviso e senza rompimenti di coglioni da parte dei
sindacati.. insomma, licenziato l'ultimo giorno di prova... bravi,
davvero bravi! e onesti!!!). Un giorno mi capita di ritrovarmi con 5 euro in tasca, auto in riserva e un credito di 180
euro da andare a riscuotere poco prima di bologna. Sono disperato. Sono
pressoché sicuro di non aver sufficiente benzina x arrivare a
destinazione. Piango. Dò un pugno contro il muro e bestemmio con rabbia.
Mi auguro di incontrare dio perchè voglio sfogare contro di lui tutta
la violenza che quella vita da indigente mi aveva fatto accumulare.
Qualche volta prima
di addormentarmi fissavo il soffitto e pensavo a dei nigeriani che
lavoravano con me un anno prima. Loro campavano col nulla, saltavano il
pranzo e non uscivano mai di casa. Immaginavo i loro pomeriggi in casa,
buttati su di un letto con la rete sfondata e le pareti della camera
erose dall'umidità. Una casa condivisa con altri connazionali. I loro
sguardi penetravano le travi del soffitto, e andavano ben oltre,
arrivavano in nigeria sorvolando il mediterraneo... quel mare nero che
ha inghiottito senza pietà tanti africani in cerca di una speranza al di
là da esso... la loro nazione è piena di americani, naturalmente tutti
seduti nella stanza dei bottoni. i loro connazionali sono invece
formichine che estraggono petrolio in cambio di una paga di un dollaro
al giorno. qualcuno viene ogni tanto schiacciato. così, tanto per
passare il tempo e per far capire chi comanda in quei posti! le loro
famiglie sono sole, attendono l'arrivo dei soldi che i loro cari
spediscono dall'italia attraverso western union... mi sono sempre chiesto se effettivamente arrivi tutto a destinazione o qualcosa si ferma da qualche parte...
ma soprattutto sperano che dalla penisola dello stivale arrivino
notizie. buone. la speranza è quella di partire (al più presto) anche
loro alla volta del paese della cuccagna. ma queste buone notizie non
arrivano mai. dall'altra parte del mare nero arrivano sguardi di
sofferenza, carichi di lacrime, e di speranze. ancora la speranza... che
un giorno non molto lontano tutto questo finirà. Ogni giorno che passa
però questo giorno resta lontano, non si avvicina manco un po'. christian music
esce dalle loro radio. è il loro modo di pregare un dio che come tutti
non esiste. ma per loro esiste ed è grande; il loro inconscio gli ha
dato un nome: speranza. le preghiere sono registrate in vecchie cassette
TDK che non si sa come riescano ancora ad emettere suoni. loro cantano,
gli occhi sono tristi e rossi di vergogna nei confronti dell'uomo
bianco che li guarda come se avessero una sveglia al collo ed una tibia
conficcata nel naso... e piangono in silenzio sopra quella rete
sfondata. e pensano che non sia giusto quel che stanno passando... e se
qualcuno accetta passivamente quella tristissima realtà e si limita a
lasciar scorrere sulle proprie nere gote trasparenti lacrime colme di
malinconia per una vita che forse avrebbero preferito non vivere, altri
non sono in grado di piangere. O forse sì. Ma la loro rabbia è cieca e
il desiderio di vendetta è grande. così fanno piangere l'uomo bianco. Il
mostro sacro. Colui di cui hanno tanta paura. Ma che contemporaneamente
odiano. Perchè è colui che tutto ha e tutto può, e vessa il popolo con
fare arrogante e presuntuoso...
mi vergogno di fare benzina a padova, città di benestanti... cosa dico al benzinaio? Mi faccia cinque euro di broda?
no, non ce la faccio... prendo l'autostrada, mi fermo in autogrill e
metto su la broda. cinque euro. riparto. incrocio le dita che arrivi a
destinazione. viaggio ad 80 km/h, superato anche da
camion strombazzanti, cercando di non far fare troppi giri al motore...
le provo tutte per consumare meno benza possibile... ascolto musica...
no, la spengo... voglio silenzio... resto solo coi miei pensieri... con
le mie paure... con la mia solitudine... e piango... penso che così come
ora non sono mai stato... ho toccato il fondo, non posso che risalire.
già, ma come? cosa prevede il mio futuro? intanto spero di arrivare a
destinaizone, che l'auto non si fermi per strada perchè priva di
carburante. le lacrime continuano a rigare il mio viso. vorrei mori...
no, non voglio morire. voglio vivere!!! ma meglio di così!!! molto
meglio di così... perchè con le tasche così vuote non sono mai stato...
durante le scuole medie nelle mie tasche c'erano sempre 200 lire per acquistare un pezzo di pizza da mangiare nell'intervallo. ora non ho neppure 10 centesimi. solo un credito di 180 euro, ma non so se riuscirò ad arrivare a prenderlo...
la spia è fissa, la lancetta è sotto lo zero.
mi asciugo le lacrime. corsia viacard, il bancomat è scarico, non pago
il casello, non posso farlo, non ho soldi, pagherò al casellante
un'altra volta esibendo la ricevuta di mancato pagamento...
spia rossa. lancetta che non può andar più sotto di così...
sono quasi arrivato. ancora 3 km. mi
asciugo le lacrime, faccio scomparire la sofferenza dall'anima ed
esibisco un sorriso a 32 denti... perchè io i denti li ho tutti e sono
tutti miei... è passata, gianluca, hai raggiunto bologna e il tuo
credito di 180 euro. per 2-3 settimane potrai tornare a vivere. e a
sperare che le cose un giorno vadano meglio. per me. e per oliver,
che continua a triplare pneumatici lavorando in nero, con la speranza
(anche lui) che un giorno le cose vadano meglio. nel frattempo la sera
continua a versare lacrime disteso nel suo letto con la rete sfondata.
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