lunedì 12 marzo 2012

IL VOLO DELL'UOMO E DELLA DONNA

Come sempre l’uomo volò alto mentre la donna restò ancorata a terra. S'era leggermente sollevata sulla punta dei piedi, ma era decisamente troppo poco per esser considerato un volo. L’uomo si librò alto e maestoso, ritrovandosi solo nel suo fantastico mondo, in quel posto che per qualche tempo aveva ospitato quella donna che in quel luogo pareva muoversi perfettamente. Come se quel mondo fosse anche suo; ed effettivamente lo era. Era lo stesso, identico. Ma la paura di viverlo, di condividerlo con l’altra metà della mela, la paura di essere per sempre felice e contenta come in una favola... ebbene, quella paura aveva vinto anche stavolta. Su tutto.

La bottiglia si alzò ancora, e ancora, e ancora. E ancora, senza pause.
Cervello sotto spirito. Cortina alcolica tutt’intorno al cuore. Sentimenti congelati. Fantasia obnubilata dai 40 e passa gradi alcolici che il cuba gli sparava lungo tutto l’esofago, attraversando tutto lo stomaco a folle velocità e finendo la propria corsa contro il fegato. Dove l’effetto era equiparabile a un uppercut di Tyson dei tempi d’oro. La donna, però, non se ne avvide. O meglio, le risultò molto più utile non avvedersene. Terra sul viso e rossetto acceso sulle labbra che si distendevano in un falso sorriso, si accomodò con l'eye-liner gli occhi, appoggiò il bicchiere vuoto sul balcone e partì all'attacco.
Una lacrima raminga solcava il viso dell'uomo mentre sollevava la bottiglia per riempire di nuovo il suo bicchiere. Non esisteva miglior marcia funebre di quella sussurrata tanto dolcemente quanto tristemente da un Barricadiero del 2004 per tributare l’ultimo, commosso saluto al suo cuore morente. Si mise in piedi sul davanzale, lasciò che il vento gli sferzasse il viso e portasse via con sé le ultime lacrime, poi disse addio al suo cuore... forse per sempre...

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