Come sempre
l’uomo volò alto mentre la donna restò ancorata a terra. S'era
leggermente sollevata sulla punta dei piedi, ma era decisamente troppo
poco per esser considerato un volo. L’uomo si librò alto e maestoso,
ritrovandosi solo nel suo fantastico mondo, in quel posto che per
qualche tempo aveva ospitato quella donna che in quel luogo pareva
muoversi perfettamente. Come se quel mondo fosse anche suo; ed
effettivamente lo era. Era lo stesso, identico. Ma la paura di viverlo,
di condividerlo con l’altra metà della mela, la paura di essere per
sempre felice e contenta come in una favola... ebbene, quella paura
aveva vinto anche stavolta. Su tutto.
La bottiglia si alzò ancora, e ancora, e ancora. E ancora, senza pause.
Cervello sotto spirito. Cortina
alcolica tutt’intorno al cuore. Sentimenti congelati. Fantasia
obnubilata dai 40 e passa gradi alcolici che il cuba gli sparava lungo
tutto l’esofago, attraversando tutto lo stomaco a folle velocità e
finendo la propria corsa contro il fegato. Dove l’effetto era
equiparabile a un uppercut di Tyson dei tempi d’oro. La donna, però, non
se ne avvide. O meglio, le risultò molto più utile non avvedersene.
Terra sul viso e rossetto acceso sulle labbra che si distendevano in un
falso sorriso, si accomodò con l'eye-liner gli occhi, appoggiò il
bicchiere vuoto sul balcone e partì all'attacco.
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