mercoledì 14 marzo 2012

UN LUNEDI' DI LAVORO IN UFFICIO

ore 8:30, puntuale, arrivo davanti al cancello della ditta. Non ho il telecomando (sono l'unico a non averlo, ma non è importante), mi fermo, macchina in folle, freno a mano su, scendo con la chiave per aprire il cancello. Una tela tessuta da un ragno. Bella nella sua forma, proprio lì dove dovrei inserire la chiave... La temperatura rigida che c'è stamattina l'ha congelata. E' ancor più bella... cristalli di ghiaccio compongono una forma geometrica... un peccato romperla per inserire una cazzo di chiave dimmerda che mi apre le porte del..l'inferno... Ieri sera sono andato a dormire pieno come un uovo. So che quando vado a dormire satollo faccio sogni strani. Strani e sconnessi, apparentemente senza senso. Anche se, forse, tutte le cose hanno un senso, basta cercarlo, magari nell'inconscio. Così ho sognato che al suono della sveglia non mi alzavo. Si, lo so, dovrei andare al lavoro. Ma non mi va. Voglio dormire. E dormire. E ancora dormire! Non chiamo la mia collega, voglio dormire per tutta la mattinata, lo farò nel pomeriggio. Neppure nel pomeriggio trovo la voglia di chiamare. Continuo a dormire. E l'indomani, idem. Stessa solfa. Non mi alzo e continuo a dormire... Sposto la ragnatela, infilo la chiave, il cancello si apre. I fili della ragnatela, quando li spezzi, restano rigidi a penzolare. Mi piace romperli, ne stacco un altro paio, di fili; così, per gusto e non per necessità... Il peso del ghiaccio è tanto, ma non sufficiente da staccarli dall'asse portante del lavoro che il ragno ha fatto nel fine settimana... Entra un mio collega, fa una battuta condita da una bestemmia "di rinforzo". Rido, il tipo è simpatico! ha detto una gran cazzata, ed io sono sensibile alle cazzate, mi fanno troppo ridere!!! E io vorrei sempre ridere, vorrei che tutti lo facessero un po' di più e si prendessero meno (ma molto meno) sul serio... Il lunedì in ufficio è fatto di un gran daffare che si snoda tra uno sbadiglio e l'altro, tra il lento svegliarsi dei sensi intorbiditi. Non me la sento di imprigionare la mia mente dentro certi rigidi schemi... Devo lasciarla libera di fare, di agire, di pensare, di sognare... però c'è il capo che mi richiama al dovere......... torno alla realtà mentre fuori un pallido sole mi strizza l'occhio... non l'avrei mai creduto, fino a un'ora fa c'era la nebbia! Invece ora vedo la campagna circostante illuminata da sto freddo sole invernale. Riprendo a registrar fatture, dimenticando tutto il resto. Sul cancello il ragno ricompone con fatica la sua tela e mentre si prodiga pensa che questo mondo di merda sia pieno di stronzi che si divertono a distruggere senza motivo le fatiche altrui...

Nessun commento:

Posta un commento