in una delle mie navigazioni nonsense in questo mare sconfinato che è internet, con grande stupore ti ho trovato qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Ancarano
Ricordo l'ultima
volta che ti ho visto. Te ne stavi andando per sempre, ed io mi sentivo
un verme perchè temevo di non riuscirti a parlare per l'ultima
volta. Eri sul letto di morte, completamente sordo, ma... cazzo, avevi
delle orecchie grandissime! Abbiamo parlato o meglio, urlato. Eri lucido
come sempre, come immagino lo sia stato fino al giorno prima di morire.
Ero in piedi, di fianco al tuo letto, stupito che un uomo di 93 anni
potesse avere ancora tanta tempra e tanta intelligenza. Ti guardavo, ti
osservavo; e contemporaneamente ascoltavo attentamente quel che tu mi
dicevi. I segni del tempo non hanno mai intaccato né il tuo fisico, né
il tuo cervello. Era il 1° giugno 2007. Ero ad Ancarano coi miei amici
veneti; quella mattina li ho abbandonati al loro destino per scambiare
quattro chiacchere con te. Ricordo, sai? Ricordo tutto di quel giorno.
"Finalmente è
giunto il mio momento, l'unica cosa che spero è di andarmene al più
presto. Dei medici non mi fido tanto. Nel 1991 il mio medico curante mi
ha detto che avevo un fisico di ferro e che avrei vissuto altri dieci
anni. 1991... Ora siamo nel 2007 ed io dovevo esser morto sei anni fa
secondo le sue previsioni. Purtroppo per me ha sbagliato. Quando il
medico mi ha detto che avrei vissuto altri dieci anni mi sono
dispiaciuto tantissimo. Gliel'ho anche detto. Non sono neppure
libero di morire quando voglio... Ero stanco di vivere, cosa rimani a
fare in questo mondo quando sei decrepito? Mah! Comunque, finalmente ci
siamo. Spero solo che non duri ancora tanto tempo”.
La conversazione ha
poi toccato svariati argomenti, fin quando si è arrivati a parlar di...
matrimonio. L’avevi già anticipato a mia nonna, ricordi? “Dì a Gianluca di non fare l’errore che ho commesso io, che sono rimasto scapolo per tutta la vita. Digli di sposarsi”. Lei me l’ha detto, io ho riso e quel primo giugno ne ho riso anche con te. Tu eri serio quando mi dicevi:
“Sposati,
sposati, sennò dopo ti succede quel che è accaduto a me. Arrivi in
punto di morte e non hai nessuno che ti accudisca. Sei costretto a
prendere una badante”.
Ho riso di gusto, ed ho replicato:
“Si, ok. Quanti anni hai, Franco?”
“93”
“Franco, se anche ti fossi sposato probabilmente tua moglie sarebbe morta prima di te... a meno che non fosse Matusalemme!”
“Già... questo è vero!”
“E poi,
ammesso e non concesso che tua moglie sia ancora in vita quando tu te ne
stai per andare, pensi che sarebbe ancora in forze per sollevarti dal
letto? Io penso che dovrebbe comunque chiamare una polacca...”
“E’ vero anche questo...”
“Infine, che senso ha decidere di sposarsi solo perché in punto di morte non avrò una badante che mi accudirà, bensì mia moglie?”
Ci hai pensato su per qualche secondo. Avevi detto una cazzata e te ne sei reso conto. Però...
“Hai ragione. Però sposati lo stesso, così non sarai solo”.
“Ti sei annoiato in vita?”
“Qualche volta...”
“Non
posso prevedere il futuro, ma spero di non annoiarmi da solo. E comunque
non escludo di sposarmi, ma devo trovare la mia donna ideale”.
La
discussione è continuata, abbiamo affrontato diversi argomenti, tutti
molto interessanti. Mi è sempre piaciuto parlar con te, davvero. Ed ora
lo sto facendo da questo blog, come se tu potessi leggere 'ste quattro
cazzate che ti sto scrivendo. Forse le leggerai. A tal proposito, volevo
dirti che, sai, avevo detto che mi sarei sposato solo se avessi trovato
la mia donna ideale, altrimenti non ne sarebbe valsa la pena. Vuoi che
te la dica tutta? La mia donna ideale l’ho trovata, si chiama Silvia.
È semplicemente incredibile come possiamo esser identici; siamo fatti
l’uno per l’altra. Lei lo sa, ed io pure. E io l'adoro; e lei
pure. Ecco, mi sembra già di sentirti: “Che aspetti? Sposala subito!”
No, Franco, no.
Purtroppo le cose non vanno mai come speri che vadano... Io continuo ad
amarla, ma tra me e lei c’è ora un solco. Non intendo rinunciare alla
mia vita (ti garantisco che lei è più della mia vita), ma mi sento tanto
Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento. Posso solo
prometterti che non mollerò mai con lei, fin quando lei mi dirà che non
mi vuole più. Così faccio contento me e te, che hai pigiato
sull’acceleratore fino all’ultimo respiro per farmi ammogliare.
Ti saluto, Franco, riposa in pace! E' sempre un piacere parlar con te!
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