lunedì 30 gennaio 2012

STAGE DOOR

STAGE DOOR:

trovare le parole di questa canzone è stata impresa ardua. Anzi, diciamo che sono andato a memoria perchè nessuno, neppure il sito ufficiale di battiato, le riporta esattamente.


STAGE DOOR


Mi sembra di viaggiare in zone rarefatte del pensiero,

dove si affina la mia disposizione a vivere che si inebria di stili e discipline.

In un insieme irridente di parche voglie,

celebro il mio vanto i miei sensi la mia unicità.


Furono giorni di stanchezza assurda e depressiva,

di una totale mancanza di lucidità.

Quando ti chiedi in qualche letto sconosciuto,

che cosa hai fatto e perchè vivi in tanta estraneità.

Sapessi che dolore l'esistenza

che vede nero dove nero non ce n'è.

Il fatto è che non posso più tornare indietro

che non riesco a vivere con te né senza di te, credimi.


Perchè noi siamo liberi di fare quello che vogliamo:

di uccidere, stuprare, rapinare e vomitare critiche insensate,

parlare e dire solo e sempre inutili cazzate per un bisogno quotidiano di tensione

in questo sfoggio naturale di pazzia
ci si può difendere innestando il modo dell'indifferenza

contro questa crescita esponenziale di follia e violenza o ritornare indietro all'antica pazienza.

O ritornare indietro...


Ma io vorrei essere un'aquila, vedere il piano del mondo che inclina verso di noi

e le leggi che si inchinano

lanciarmi a inseguire il tuo deserto e i poteri solenni e le porte dorate

cominciare di nuovo il viaggio.


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