Non mi soffermerò ad esaltare le bellezze di Verona (consiglio a tutti di andarci, e al più presto), bensì dello spettacolo di simone cristicchi.
Inserito in un contesto di un dibattito che verteva su matti e manicomi e relative problematiche, il giovane cantautore romano si è perfettamente calato nello scenario che gli avevano costruito attorno con il suo spettacolo C.I.M. (Centro Igiene Mentale).
Beh, vi dirò. ha cantato appena 6 canzoni sue e altrettante o forse più cover. E in mezzo, lo spettacolo. Comnciato alle 21:30, terminato con un'ovazione di 5' alle 23:30...
Superbo lui sul palco, di fronte aveva non i 4 gatti che erano a treviso, ma un auditorium stracolmo. Circa 300 i presenti. Io ero in fondo, in piedi. Avrei voluto salutarlo, ma c'era troppo marasma. Mi sono accontentato di ascoltarlo e di partecipare a tutti gli applausi, ivi comprese le 5 ovazioni (una sola standing ovation, alla fine dello spettacolo) che gli hanno tributato. Eccezionale. Ironico, graffiante, teatrale... matto. Il matto simone che racconta la sua vita, passata sin dalla tenera età dentro a un manicomio. E il suo amore per margherita, che il 12 ottobre 1984 (o sbaglio giorno???), a piedi nudi, la mattina presto, dopo un attimo di esitazione ha scavalcato il cancello verde e si è confusa tra la gente. Nessuno ha più saputo nulla di lei, neppure il matto Simone, che però ha continuato a scrivere lettere al suo amore. Lettere tutte uguali,
Cara Margherita, ti scrivo per farti consapevole che sto bene, che sono cambiato. Il dottore dice che sono quasi guarito...
Sono diventato un uomo tranquillo che non farebbe male nemmeno a una mosca! Dice che tra un mese o due dovrei tornare a casa.
A proposito: se passi da casa mia, diglielo a Mamma!
Dille che qui dentro va tutto bene e che torno presto.
Ti bacio tanto. Tuo affezionatissimo.
Simone ”
lettere mai recapitate, lettere che venivano depositate nella cartella del malato e entravano a far parte del profilo psicologico del paziente. Una finestra aperta sulle condizioni dei matti (o presunti tali) ad inizio secolo. Terribile, davvero terribile.
Sono diventato un uomo tranquillo che non farebbe male nemmeno a una mosca! Dice che tra un mese o due dovrei tornare a casa.
A proposito: se passi da casa mia, diglielo a Mamma!
Dille che qui dentro va tutto bene e che torno presto.
Ti bacio tanto. Tuo affezionatissimo.
Simone ”
lettere mai recapitate, lettere che venivano depositate nella cartella del malato e entravano a far parte del profilo psicologico del paziente. Una finestra aperta sulle condizioni dei matti (o presunti tali) ad inizio secolo. Terribile, davvero terribile.
E lui che, a fine concerto, mi scrive:
"grazie per essere venuto. E' stata una bellissima emozione, e tra il pubblico c'erano anche molti matti..."
Al prox concerto. Non mancherò, figurati!
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