PIAZZA CRISCEMONDO' di Valencia, ore 5 di notte, gente divelta dalla serata. Ci sediamo sul pavimento di questa magnifica piazza quando la gente comincia a bisbigliare in modo fitto... tramano contro di te... Capisci subito che si sta perpetrando qualcosa di pesante nei tuoi confronti, provi a fuggire ma non sei stato sufficientemente pronto e il quele si butta a peso morto, immolandosi per la causa. Nel criscemondò sono due le persone importanti: la vittima, colui sopra la quale il gruppo si adagia o si lancia a peso morto, e il sacrificato, ovvero colui che immobilizza la vittima impedendogli di fuggire (contestualmente però subisce quanto la vittima).
Immobilizzato il tipo, che nello specifico è il sottoscritto, uno sopra l'altro tutti gli amici si buttano sopra questo mucchio (in ascolano montone, mondo'). I più si adagiano, ma è più che legittimo il volo d'angelo, soprattutto da parte degli ultimi intervenuti. Il mucchio cresce... in ascolano crisce... lu mondo' crisce... criscemondò, mi sembra elementare! E' un ammasso di teste, gambe e braccia che spuntano da ogni dove, non sai dov'è il capo e dov'è la coda. Sotto si soffre (prova un po' a reggere il peso di 10-15 persone!), ma si resiste stoicamente. Cioè, si prova a farlo. Alla fine, pian pianino tutte le persone sciamano e sacrificato e vittima sono liberi di leccarsi le ferite. Ferite che solitamente si lecca anche la gente in mezzo a lu mondò.
Ah, un'ultima cosa. Nella seconda e nella terza foto che documentano il criscemondò di Valencia, si vede un braccio sul collo del sottoscritto. Generalmente, quel gesto è considerato una scorrettezza bella e buona, ai limiti del regolamento. C'è da dire però che non era violento, e lo scopo di quel braccio sul collo era di tenermi schiacciato a terra. Perciò si può tranquillamente affermarne la legittimità.
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